PIATTI TIPICI MARCHIGIANI
BRODETTO 
              ANCONETANO
              II brodetto anconetano è ritenuto la ricetta più antica, 
              ed è l'unico rimasto immutato nella sua preparazione fin 
              dalle origini. Ma perché il nome Brodetto? Perché 
              la zuppa non deve mai risultare troppo asciutta, bensì tanto 
              succulenta da poter intingere fette di pane abbrustolito a volontà, 
              anche se quello tipico di Ancona, deve essere abbastanza denso. 
              La particolarità di questa ricetta è forse nel numero 
              delle qualità di pesce della zona, che si dovrebbero usare, 
              cioè 13, per l'esattezza, esattamente come i commensali che 
              dovrebbero gustarla ma come tutte le tradizioni, ci sono pareri 
              discordanti in tal senso. C'è chi fa risalire tale caratteristica, 
              ai partecipanti dell'Ultima Cena, altri la fanno derivare dal numero 
              di bocche della Fontana del Calamo (detta anche delle "13 cannelle") 
              tanto cara agli anconetani. Scarica la ricetta del brodetto anconetano
              
CIAUSCOLO
              Salume tenero e spalmabile originario di Visso e dell'entroterra 
              Maceratese. Un panino con pecorino e ciauscolo è uno degli 
              abbinamenti più fantastici che sia mai stato creato. Il ciauscolo 
              è da pochi anni una IGT che però qualche problema 
              lo ha creato, vi consiglio di leggere l'articolo di Luca Tombesi 
              per avere più chiara la questione. Sempre a proposito di 
              salumi non perdetevi il prosciutto di Carpegna e il salame di Fabriano.
VINCISGRASSI
              Ruolo di protagonista indiscusso della cucina marchigiana è 
              ricoperto da questo piatto tipico del maceratese, diffuso in tutta 
              la regione, il cui nome viene fatto risalire da alcuni a quello 
              del generale austriaco Alfred von Windisch-Graetz, che si trovava 
              da queste parti nel 1799 per combattere contro Napoleone nell'assedio 
              di Ancona. Si tratta di una variante delle più famose lasagne, 
              che vira verso un registro leggermente più rustico. La sfoglia 
              all'uovo, infatti, è condita strato per strato con un robusto 
              ragù di animelle e frattaglie di pollo, con l'aggiunta di 
              besciamella e Parmigiano. Il risultato è un piatto ipercalorico 
              e ipergustoso, consumato soprattutto durante i pranzi domenicali, 
              in quanto richiede una massiccia dose di poltrona o divano per la 
              digestione.

              GOLIVE ASCOLANE
              Gustose olive ripiene di carne, impanate e fritte! Un antipasto 
              tipico della tradizione marchigiana, che oggi è presente 
              nei buffet degli aperitivi di tutta Italia. Una ricetta che si prepara 
              trenta minuti e si può interpretare in numerose varianti!
CONIGLIO 
              IN PORCHETTA
              con buona pace dei laziali e degli umbri, qualcuno fa risalire le 
              origini della porchetta alle Marche (dove è condita con il 
              finocchietto selvatico). Noi non staremo qui a prendere una posizione 
              netta ma praticamente in questa regione si porchetta quasi tutto. 
              Una delle ricette più gustose è quella che ha come 
              ingrediente principale il coniglio. La chirurgica precisione con 
              la quale questo deve essere completamente disossato rende il piatto 
              particolarmente laborioso; dopo questo procedimento, il coniglio, 
              condito con sale e pepe, è farcito con il suo fegato tagliato 
              a dadini e soffritto con abbondante pancetta; il tutto è 
              aromatizzato con finocchietto e maggiorana. Cucita l'apertura, è 
              cotto in forno con rosmarino, olio e vino.
STOCCAFISSO 
              ALL'ANCONITANA
              Dal 1997 la ricetta di questo piatto è canonizzata dall'Accademia 
              dello Stoccafisso all'Anconitana, che promuove il piatto con un'annuale 
              gara tra i ristoratori locali. Il piatto consiste in pezzi di stoccafisso 
              appoggiati in teglia con un trito di sedano, carota e cipolla, e 
              pomodori. Tutto questo va irrorato abbondantemente con olio extravergine 
              di oliva, acqua e Verdicchio dei Castelli di Jesi, e poi coperto 
              con spicchi di patate. La cottura deve essere molto lenta e la teglia 
              non va mai rimestata: si rischia di rompere i pezzi di stoccafisso 
              sul fondo che invece dovranno rimanere integri fino al piatto. Sarà 
              un piacere per l'olfatto e per gli occhi vedere come il pesce si 
              sfalda seguendo le proprie fibre.
            
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